Cinque ex dipendenti di Harrods, lo storico magazzino di Londra, avrebbero accusato di stupro il defunto magnate Mohamed Al Fayed.
Ombre sul noto defunto magnate Mohamed Al Fayed. Sull’uomo sarebbero giunte denunce da almeno 20 ex dipendenti dello staff dell’esclusivo centro commerciale di Londra, Harrods. Cinque di loro, donne giovani e giovanissime, avrebbero anche parlato di casi di stupro. Tutte le denunce sono contenute in un’inchiesta giornalistica pubblicata della Bbc ad un anno dalla scomparsa a 94 anni del miliardario.
Mohamed Al Fayed, le accuse e l’inchiesta
Una bruttissima vicenda con sospetti di stupro e molestie sessuali sta coinvolgendo il noto defunto magnate Mohamed Al Fayed, noto proprietario degli storici magazzini Harrods a Londra, nonché padre di Dodi, morto con la principessa Diana nel 1997 a Parigi. A far venire a galla le denunce ai danni dell’uomo un’inchiesta portata avanti dalla Bbb dove almeno 20 ex dipendenti dello staff esclusivo del centro commerciale, avrebbero parlato di abusi e violenze. In particolare, cinque di loro avrebbero raccontato casi di stupro.
Le testimonianze
Nell’inchiesta della Bbc, le cui rivelazioni sono al centro di un documentario e podcast dell’emittente pubblica dal titolo ‘Al-Fayed: Predator at Harrods’, sono emerse alcune testimonanze durissime. “Mohamed Al Fayed era un mostro, un predatore sessuale senza alcun principio morale”, ha dichiarato una delle ex dipendenti commentando quanto accaduto a lei in prima persona quando era ancora un giovane teenager. “Era spregevole”, ha dichiarato, invece, un’altra donna che sarebbe stata segretaria di Al Fayed dal 1988 al 1991 e ha riferito di diversi tentativi di stupro subiti.
Tutte le donne coinvolte nella vicenda hanno raccontato di violenze e molestie sistematiche avvenute fra le tante proprietà del miliardario e gli ambienti vip da lui frequentati nella capitale britannica, ma anche a Parigi, Saint Tropez e Abu Dhabi. Di fatto, le vittime lo avrebbero accusato di averle usate come “giocattoli” per il suo piacere.
